Poetica famigliare
La raccolta è una traslazione della mia vita e della mia famiglia. Ciò che ho fatto è stato raccontare la mia famiglia ed i miei amici attraverso la finzione, velando la realtà dei fatti dietro alla messa in scena. Le vicende della mia vita e le persone che la abitano hanno dunque subito un trasferimento, necessario a raccontare di loro ciò che diversamente non si sarebbe potuto così lucidamente e apertamente raccontare. Non sono ritratti fedeli, e non corrispondono alla verità: sono mie personali percezioni, interpretazioni, anche momentanee, di loro, del loro carattere, di qualcosa che gli è accaduto. In quasi tutti i casi, inoltre, le fotografie raccontano me: le scene sono una metaforica rivisitazione di vicende della mia vita, di ricordi, e la necessità di metterle in scena mi sembra un tentativo di svelarmi allo spettatore, di confessarmi, in un atto catartico.
Questo processo di trasferimento sortisce anche un altro effetto: le vicende della mia vita e le figure della mia quotidianità assumono, portate come sono a vestire i panni dei personaggi della tradizione occidentale, la posizione di archetipo, elevandosi a storie universali, a storie dell’uomo. In questo processo il famigliare diviene universale, ed è elevato al suo livello più alto.
E’ stato il sole
La linea
Nodo alla gola
Uno in blu
La fucilata
Un martedì sera
L’amico
Il profumo
L’assiuolo
Maggio
La finestra
La ronda
Le margherite
L’assente
La vestizione
Il campo
Girotondo
La sfortuna
La passeggiata
Il naufrago