Il fagiano

Fusignano, piccolo paesino in provincia di Ravenna. Demus de’ Bela è un giovane contadino in cerca di divertimento e di guai. Un martedì del 1955, mentre riposa all’ombra, è svegliato da un rumore: un bambino si sta arrampicando su un albero. Il bambino si guarda intorno, e all’improvviso decide di buttarsi a terra. Qualcosa scatta nell’immaginazione di Demus: gli è venuta un’idea. Giunge la domenica: molti curiosi decidono di radunarsi nel cortile di una casa. Demus ha infatti annunciato il suo nuovo trucco: salito su un tetto e armato di un ombrello, è convinto che buttandosi sarà in grado di volare.

Questo film è nato dal desiderio di portare in vita uno dei racconti a me più cari sull'infanzia di mio nonno Francesco, di cui mi parla spesso: per questo la voce narrante è la sua. I fatti, pur se filtrati dalla finzione narrativa, sono realmente accaduti, e anche il protagonista è tratto da un uomo (Demus de’ Bela) che mio nonno ricorda. Ciò che mi ha sempre colpito è che a suo dire Demus non era un uomo matto, ma qualcuno che volesse donare allegria e meraviglia alle persone che gli stavano attorno. Rivedo in lui e in questa vicenda un atteggiamento verso la vita che condivido appieno.

Il mio desiderio era anche di riportare alla luce un mondo, quello bucolico dei ricordi e dei racconti dei miei nonni, di cui ho solo sentito parlare, ma di cui per tanti motivi mi sento molto legato. Era infine un buon modo per studiare e avvicinarmi all’ Emilia-Romagna, un territorio in cui sono nato, da cui la mia famiglia proviene, in cui non ho mai vissuto ma che sento profondamente come casa mia.

Il film è stato realizzato con un budget limitatissimo, ed è il frutto di uno sforzo collettivo della mia famiglia, dei miei amici e di tutte le persone del paese in cui il film è stato girato, che hanno generosamente donato molti degli oggetti di scena e l’accesso alle abitazioni ed ai luoghi utilizzati.

Indietro
Indietro

Il giocoliere

Avanti
Avanti

Composizioni